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Anna a Bruxelles

Una nostra volontaria da YFU

Anna, la prima volontaria di MED attualmente sta svolgendo il suo tirocinio universitario presso il Global Office di YFU a Bruxelles.

Anna è studentessa di 21 anni, originaria di Verona, frequentante il terzo anno presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Unicollege di Mantova con studi minoritari in Marketing e Comunicazione. Nel tempo libero ama leggere e andare a cavallo, ma soprattutto viaggiare. Per questo da agosto si trova a Bruxelles dove sta svolgendo un internship della durata di 6 mesi presso il Global Office di EEE-YFU.

Anna, come mai hai deciso di fare questa esperienza?

Diciamo che la voglia di partire era tanta, senza una meta precisa. Mi sono iscritta al programma Erasmus inizialmente per frequentare il semestre all’ estero, poi con MED si è presentata questa opportunità che mi avrebbe permesso di coprire anche le ore di tirocinio e l’ho colta al volo.

Devo dire che all’ inizio la cosa mi spaventava, città nuova, persone nuove, ambiente di lavoro nuovo e un’organizzazione totalmente nuova che non conoscevo.

Cosa ti ha colpito di Bruxelles?

Potrei dire mille cose su Bruxelles! Ne sono totalmente innamorata! Prima fra tutti mi ha colpito l’ interculturalità della città e il livello di integrazione fra queste culture nonostante la diversità. È servito del tempo per abituarsi per esempio al quartiere arabo dove lavoro o alla quantità di lingue che si sentono ogni giorno, anche solo camminando per strada. Basti pensare che in ufficio su 8 persone, ci sono 6 nazionalità e lingue diverse. Un’altra cosa che mi ha colpito è la vita che questa città nasconde in ogni piccolo bar e negozio di vinili e libri usati, in ogni evento jazz e soprattutto nel suo cuore spettacolare, la Grand Place. Ogni strada porta a qualcosa di diverso, un museo, un graffito, una cioccolateria o un negozio di vestiti usati. Amo come ci si possa davvero sentire parte di un mosaico fatto di mille tasselli totalmente diverse e magari pure incompatibili tra loro, ma che nell’ insieme funziona. Mi piace il livello culturale di questa città, mi piace il forte legame con tutto ciò che sia vintage o antiquariato, con la musica o l’arte. Sarà che ci sono stati momenti belli e altri un po’ meno, ma credo di averci costruito pian piano un pezzetto di casa.

Come ti trovi a lavorare in un ufficio così interculturale?

Mi piace l’ambiente in cui lavoro e mi piacciono le persone che ci lavorano. Mi hanno accolta fin da subito come parte del gruppo, mi hanno fatta sentire parte di qualcosa di più grande di una semplice associazione. Ognuno lavora con passione a diverse cose, progetti, training, advocacy o marketing che sia, il legame con YFU è forte, tanto da trasmetterlo. Ho avuto occasione di partecipare a conferenze con altri giovani e volontari, ad un workshop Coloured Glasses e all’ultimo training in Slovacchia vedendo da vicino e finalmente dal vivo quello a cui avevamo lavorato per due mesi. Sono state esperienze indimenticabili, sia per tutto ciò che ho imparato sul mondo delle organizzazioni non governative, sulla global citizenship e l’engagement dei giovani da parte dell’unione Europea, ma soprattutto sono stati motivo di crescita personale nel vedere tanti giovani come me mettere il proprio tempo a disposizione come volontari a favore di altri giovani, credendo fermamente nei valori di YFU, o a disposizione dell’UE come cittadini attivi.

Per quanto riguarda l’ interculturalità dell’ufficio, ancora una volta, è un valore aggiunto. Scoprire piatti diversi, abitudini diversi, lingue diverse, tradizioni diverse e anche capacità di resistenza al freddo diverse, e farne tesoro.

Qual è il più bel ricordo che ti porti a casa?

Credo che mi porterò a casa una moltitudine di ricordi, troppi. Non saprei scegliere. Ogni momento passato in ufficio, fuori a cena, al bar con gli amici a provare tutte le birre diverse, i mercatini vintage, le gite fuori porta, il cibo spettacolare, il jazz e i festival musicali, la vita condivisa, i viaggi e le esperienze con YFU, le feste e la città illuminata per Natale. In ogni caso direi che ciò che fa un’esperienza sono le persone, quindi principalmente porterò nel cuore ogni persona che ho incontrato e che anche seppur in minima parte ha contribuito a questa esperienza meravigliosa che mi ha fatta crescere.

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